EDDAI market Bologna – 17/12/2023

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-Smé…

-Mh

-Smè…

-Wei

-Smè…

-BRAUAHUAHUAHUAH- (Bitonale gastrico di MauroSmè quando parte il reflusso).

-Ci hanno preso all’EDDAI market

-WHAAAAAAAAAAAAAAAT?

 

 

Se ne sentiva parlare già da qualche anno. Un mercato di auto-produzioni nel cuore di Bologna, queer, transfemminista, antifascista e anticapitalista. Nomade, slegato da una sede fissa, raccoglie singoli e collettivi fino ad esaurimento posti. Con la clausola, e qui sta la lungimiranza di un evento che ha visto passare in sette edizioni la bellezza di 579 diverse realtà, che chi ha partecipato ad un EDDAI non può candidarsi al successivo.
Difficile non credere nel destino quando si fa uso di stupefacenti, scriveva Bertrand Russel; venivamo dall’annuale Ritiro Spirituale LPAS e dalla nostra prima pubblicazione completamente fatta in casa, Dadas1: l’EDDAI era il nostro ballo delle debuttanti. L’avrebbero notato? Sarebbe piaciuto? Avremmo trovato riviste auto-prodotte più carine e facoltose?

 

-Ma voi chi siete? Da dove venite? Che fate?

-Eh siamo un collettivo multimediale, stiamo tra Padova e Torino e spaziamo dalla musica all’editoria passando per visual e grafica…

-Forte! Ma questi cosa sono?

-Sono floppy disk, ci attacchiamo il QRcode che manda al BandCamp con le nostre playlist

-Dai ve ne prendo uno, così vi assaggio

-Citando un maestro della televisione italiana: “Assaggia e poi mi dici!”

-Dioc**e Smé

Invece chi t’incontriamo? Tia Venturi, alias aether.nit, uno degli illustratori che ci ha onorati del suo contributo proprio sul Dadas1 che fremiamo di far conoscere. Conosciamo anche time_space_wanderer, nostro vicino di banchetto e compagno di ombrette, che ci ha deliziati con la gioielleria hand-made e il suo progetto di liuteria alternativa (da qualche parte, in Italia, gira una chitarra costruita sulla tavola di un cesso) nonché le ragazze di Spazio Cangiante e le loro meraviglie ambrate, con cui si è condivisa la fila all’ingresso e la consapevolezza dell’età che avanza (teniamo duro compagne!).
Trascorriamo dodici indimenticabili ore tra le mura del Dipartimento di Filosofia di via Zamboni 38, in un flusso costante e interminabile di curiosi, artisti, artigiani e attivisti. Stremati, sovra-stimolati, lasciamo l’EDDAI sentendoci un po’ come l’amica Martina immortalata sui portici di Bologna: vogliamo fare tante cose.

 

Un pezzo di cuore all’organizzazione dell’EDDAI market e a tutti gli artisti liberi e indipendenti che permettono a questa realtà di esistere.

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