“Acido nasce dall’esigenza di parlare.
Forse di troppe cose, per alcuni, di niente.
Acido parla di violenze subite, di sfregi e cicatrici che restano
a vita, del volto che è tuo ma in realtà non lo è più, non lo è
affatto, non lo riconosci, perché hai subito una violenza grande
da non voler neanche più vedere come sei diventata.
Questa cicatrice però, ti appartiene -come il dolore che ti porti
dentro- e crea una barriera fra te e il resto del mondo, che gira, senza pace.
L’acido è la causa della cicatrice, acido è il trip: un viaggio
interminabile.”
“L’esecuzione del progetto, partito da schizzi riguardanti la storia narrata e seguiti da sperimentazioni tecniche riguardanti gli effetti “acidi” (alla base pensati come il principale doppio senso dell’opera), sono stati sviluppati approfonditamente da La Premiata Agenzia Sviaggi grazie alle loro competenze in quest’ambito, da me mai esplorato prima, e da un gioco che ha divertito tutti noi. Lo svarione completo è ciò che volevo risultasse sia durante che al concludersi del lavoro.”